Da sempre il mese di Settembre rappresenta un tempo movimentato e di rimessa in gioco per i laici
di Azione Cattolica. Si rimettono in ordine le idee, si fa spazio al cammino formativo dell’anno e ci si
raduna attorno alla mensa eucaristica, punto essenziale e indispensabile per ripartire “con Spirito”, coraggio ed entusiasmo. Domenica 13 settembre, presso la Chiesa del Risorto di Colleatterrato Basso a Teramo, si è svolto il convegno organizzato dall’Azione Cattolica diocesana dal titolo “Il laico di AC e le sfide del nuovo tempo”. L’evento ha avuto inizio alle ore 10:00 con la S. Messa presieduta da S. E. Mons. Lorenzo Leuzzi che, sulle parole del Vangelo di Matteo, ha esortato tutti ad occuparsi della ripartenza nella logica della fraternità, ponendo al centro il tema del perdono e con una maggiore presa di coscienza del fatto che Dio ama ognuno incondizionatamente. Il convegno è proseguito con la Lectio Divina sull’icona biblica del nuovo anno associativo, dal titolo emblematico di “Servire e dare la propria vita” (Mc 10, 35-45), ad opera di don Carlo Farinelli, parroco di Nepezzano e Colleminuccio e assistente diocesano del Settore Adulti di AC. Il brano evangelico pone l’attenzione su come la tentazione del potere nella Chiesa possa “guastare” il cammino di un cristiano e, quindi, di una comunità. Di fronte alla richiesta dei due apostoli di prendere parte alla gloria di Dio occupando i primi posti, Gesù afferma un nuovo modo di intendere il potere, non più basato sul comando e sull’assoggettamento, ma sul servizio disinteressato. Perciò il più grande non è colui che domina, ma colui che si fa servo di tutti, come il Figlio dell’Uomo che “non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10, 45). Come gli apostoli, i cristiani di oggi sono “inviati” dal Signore a servizio di un’umanità particolarmente ferita e messa in crisi dall’emergenza sanitaria che è ancora in corso e la cui fase di risoluzione è tutt’ora a rischio.
Gli spunti della Lectio sono stati utili per il momento di condivisione finale della mattinata dove ci si è interrogati su come vivere la dimensione del potere secondo la logica della Chiesa, anziché quella del mondo e sulla questione del sentirsi inviati come punto di partenza per servire alla maniera di Gesù.
Il convegno ha ripreso i lavori nel primo pomeriggio partendo dalla relazione curata da don Marco Ghiazza, assistente nazionale dell’Azione Cattolica dei Ragazzi, che ha approfondito il tema della “Provvidenzialità dell’imprevisto”. I mesi appena trascorsi ed il presente dimostrano quanto può essere difficile accogliere ciò che di imprevisto si presenta nella propria vita e in quella di un’intera umanità. L’imprevisto impone di cambiare sguardo e visione. Se prima di esso è stata la previsione umana a condurre la vita quotidiana, con l’evento imprevedibile ogni algoritmo, ogni calcolo ed ogni prestazione vanno in tilt. Tutto questo potrebbe apparire solo come una “dis-grazia”, se non fosse che la grazia è proprio quella di cogliere l’imprevisto attraverso un punto di vista nuovo. Allora come Gesù guarisce l’occhio del cieco di Betsaida (Mc 8, 22-26) così un evento come quello della pandemia arriva chiedendo di cambiare visione, smascherare le tante “pre-visioni” e di reimparare, ad esempio, la pazienza, di rieducarsi all’attesa e di riconciliarsi con il proprio limite e la propria povertà. Ciò che è chiesto è di abitare la realtà così come si presenta.
Anche in un tempo così difficile è possibile essere discepoli-missionari e con Lorenzo Di Renzo, Segretario Nazionale del Settore Adulti di Azione Cattolica, il secondo momento di approfondimento è stato dedicato al racconto delle iniziative di cura e fraternità che sono nate durante il periodo di quarantena. Dall’ amicizia di due giovani che ha superato l’isolamento grazie ad un balcone, alla costituzione di un gruppo adulti di Azione Cattolica in un carcere calabrese e al cambiamento di vita di chi, senza fissa dimora, è stato accolto in casa famiglia. Dedicare tempo a delle esperienze di cura aiuta ad allargare gli orizzonti e oggi più che mai è necessario “umanizzare” gli ambienti di vita mettendosi alla scuola dei poveri.
Il terzo ed ultimo momento è stato quello dei laboratori di gruppo. Sulla traccia dell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium n.24, in ciascun laboratorio sono stati individuati propositi e linee d’intervento rispetto all’ambito di riferimento. Per l’area “Famiglia” è emersa l’importanza della
riscoperta del valore familiare e della bellezza della relazione, l’impegno sarà quello di tentare nuovi linguaggi di prossimità. Per l’area “Lavoro” i punti d’azione proposti sono: accompagnare chi vive la difficoltà di aver perso il lavoro verso nuove opportunità e provare a portare maggiore speranza e vicinanza negli ambienti lavorativi. Nell’area “Scuola e Università” il proposito individuato è quello di coniugare l’intraprendenza giovanile con l’attenzione necessaria che oggi si richiede nel settore scolastico per garantire sicurezza e istruzione. Infine per l’area “Comunità” sono state evidenziate le necessità di collaborare con altri gruppi presenti nella realtà parrocchiale nell’ottica della ripresa delle attività pastorali, ma anche di osservare e cogliere le esigenze e i bisogni del territorio particolare per poter avviare iniziative concrete a sostegno della cittadinanza.
Giovanna D’Angelo