Assemblea Diocesana – Relazione Fine Triennio 2017-2020 – Settore Adulti

“Vi precede in Galilea (Mc 16, 1-8)”

Premessa

Ora andate, dite ai suoi discepoli ed a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto» (Mc 16,7) è il messaggio che le donne del mattino di Pasqua devono portare ai discepoli, ancora dispersi e impauriti ed è l’icona biblica che ci ha accompagnato nel triennio passato. L’appuntamento con il Risorto non è a Gerusalemme, ma è là dove tutto era iniziato! Tornare là, tornare al luogo della prima chiamata. Sulla riva di quel lago dove, affascinati dal suo invito, avevano lasciato case, lavoro, amici e lo avevano seguito (cfr Mt 4,18-22). Ritornare in Galilea significava riavvolgere il filo dei tre anni vissuti e rileggere tutto, senza paura, a partire dalla Croce e dalla Risurrezione: tutto avrebbe acquistato ed acquista un significato diverso; i nostri occhi si aprono alla fiducia in un Messia terreno che si trasforma nella fede in un Messia risorto. Come per gli apostoli, anche per ognuno di noi c’è una “Galilea” all’origine del cammino con Gesù. Andare in Galilea non significa certo, “andare fisicamente” in questa regione; significa, invece, riscoprire il Battesimo come sorgente viva, attingere energia nuova alla radice della fede e della esperienza cristiana, significa “vivere il suo messaggio”.

In questo quadro, il cammino del triennio è stato guidato dai tre verbi, custodire, generare, abitare. Sono verbi che richiamano la logica dell’Incarnazione e segnano le tappe di un itinerario in uscita costante verso il cuore dell’uomo, un itinerario di autentica popolarità in grado di accompagnare l’associazione a raccogliere quella “sfida alla maternità ecclesiale” a cui è chiamata, “per ricevere tutti e accompagnarli nel cammino della vita con le croci che portano sulle spalle” (Papa Francesco, 27 aprile 2017).

In particolare ogni anno è stato accompagnato da un brano evangelico, da una guida nell’anno liturgico:

  • il primo anno: “Tutto quanto aveva per vivere” (Cf. Mc 12, 38-44). Questa donna, è un puro esempio di una fede capace di un abbandono totale nelle mani di Dio.
  • il secondo: “Di una cosa solo c’è bisogno” (Cf. Lc 10, 38-42).

Qui è Maria che ci indica la via… aver cura della nostra vita interiore; mentre Marta ci ricorda che la grazia di una spiritualità vissuta si traduce nella capacità di accogliere e nella disponibilità al servizio.

  • ultimo ed anno corrente: “Lo avete fatto a me” (Cf. Mt 25, 31-46).

È la misericordia che apre gli occhi ed il cuore verso il prossimo e le esigenze del territorio. Abitare vuol dire “prendere residenza” là dove il Signore si rende presente attraverso i bisogni. È la sfida di un’AC – e di tutta la Chiesa – “in uscita”.

Da qui ne consegue che: crediamo fermamente che la parrocchia possa e debba essere ancora il primo luogo di partenza per una sana evangelizzazione, dove poter dar spazio alle persone, al dialogo, e ad una maggiore cooperazione tra i laici e le varie associazioni, istituzioni, servizi presenti sul territorio, e con i nostri parroci in primis! Per essere al servizio di tutta la comunità locale, e lavorare tutti insieme, per il bene comune. Prendersi cura della parrocchia, per noi di AC ed a partire dalla dimensione diocesana, significa anche accompagnare e sostenere sempre con forza il servizio dei nostri presidenti parrocchiali e dei nostri parroci.

Ma per far ciò, è necessario fare del buono e sano discernimento, essere laici capaci di scegliere, e prima ancora, di conoscere e saper leggere il territorio con gli occhi di Cristo, e individuare soluzioni concrete ed efficaci. Ma per rendere credibile con la vita l’amoreincredibile del Vangelo, è necessario curare la propria vita spirituale attraverso una relazione stabile, continua e autentica con il Signore.

Vita diocesana

Uno degli appuntamenti più sentiti e partecipati durante l’anno associativo sicuramente sono i mini-campi scuola che, nonostante tutto, hanno sempre accompagnato la fine di ogni anno e l’inizio di uno nuovo con forza. Visti i costanti risultati e le dimostrazioni ottenute, possiamo asserire che questi fondamentali eventi diocesani sono luoghi ove poter vivere la nostra Galilea, luoghi nei quali è possibile ritrovare la figura di Cristo nel fratello, luoghi di fraternità dove poter ritrovare la dimensione di appartenenza sia personale che associativa.

Tutti i mini-campi adulti si sono svolti presso l’hotel Europa di Prati di Tivo dove le nostre attività si sono sempre svolte senza troppi inghippi, rispondendo a quasi tutte le nostre esigenze, tranne quella dell’accoglienza di una persona su carrozzina o con gravi difficoltà motorie. Questo non è accaduto e, fortunatamente, non abbiamo mai dovuto ripiegare all’uso, non a norma, dell’ascensore della cucina.

Il primo anno 2017 abbiamo intitolato l’evento con lo slogan “UNA FAMIGLIA SOTTO SOPRA”, il secondo anno 2018 “ADULTO KIT – Istruzioni per l’uso”, ed il terzo anno 2019 “AL PASSO CON TE”. In tutti gli anni abbiamo riscontrando una buona partecipazione ed omogeneità nelle fasce di età, segno di un settore ancora vivo e capace di rigenerarsi e di coinvolgere i nuovi giovani adulti.

Ricordiamo, inoltre, che negli ultimi trienni si sono tentate e provate più strade per cercare di fare formazione diocesana ed allo stesso tempo per avvicinarci e farci conoscere e conoscere le singole realtà parrocchiali, come nei martedì della formazione, svolti con cadenza mensile, nei quali si approfondiva un confronto specifico e continuativo di un determinato tema, documento, o brano legato in qualche modo al cammino annuale che poteva essere anche quella trattata o avviata durante il mini campo estivo. Purtroppo, pur essendosi consolidato come appuntamento nel tempo, a parteciparvi erano sempre in una stretta minoranza e puntualmente sempre gli stessi, che spesso coincidevano anche con i membri dell’equipe diocesana che a sua volta proponeva e curava tali appuntamenti.

In questo ultimo anno, si è anche tentato di provare ad incontrare le parrocchie e nello specifico, proprio i gruppi adulti, all’interno del loro appuntamento settimanale parrocchiale, ma anche qui si è fatta molta fatica addirittura a far decollare questo progetto. Speriamo venga ripreso con più successo.

Oltre agli appuntamenti citati, che riguardano in maniera più intima la vita dell’adulto, ci sono, e ci sono stati tanti altri appuntamenti che riguardano e coinvolgono e investono tutta la grande famiglia dell’AC, come la consueta festa dell’incontro ACR. Essa si è ovviamente focalizzata sui bambini, ma coinvolge e riguarda tutti Infatti, anche qualora non ci fosse stato o pensato uno spazio proprio dell’adulto, e ciò non è avvenuto, siamo stati tutti chiamati a parteciparvi! É come se fosse il compleanno di un figlio/a o di un nipote, e tu sei mancato all’appuntamento!! Perdonateci, fatta eccezione per coloro che hanno avuto reali esigenze, coloro che hanno accantonato l’appuntamento, in termini di appartenenza associativa e di fraternità, non hanno scusanti. Se è vero, come si ripete spesso, che l’AC è una grande famiglia, e se veramente ci teniamo a questa associazione e vogliamo prendercene cura, i ragazzi e gli educatori vanno incoraggiati, seguiti, accompagnati, anche con la semplice presenza. Nulla di strano! Noi adulti abbiamo il compito di non dimenticarci che questi ragazzi di oggi saranno gli adulti di domani, i testimoni di Cristo e della Chiesa! É ora che iniziamo a prendere seriamente in considerazione questa cosa.

C’è di fatto, e va detto, che abbiamo registrato ultimamente e fortunatamente, almeno negli appuntamenti diocesani, una inversione di tendenza, una graduale, bella e sentita partecipazione. Tuttavia, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. C’è ancora tanto da fare nel continuare a sensibilizzare le famiglie e i singoli aderenti, specialmente all’interno delle singole parrocchie!

Posando ora il nostro sguardo sulla dimensione spirituale, se è vero che, come diceva Bachelet,  “è necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e, naturalmente alla giustizia ed in particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza.”, allora è anche vero che l’adulto ha il dovere di testimoniare la responsabilità, la saggezza, il coraggio e la virtù della prudenza, ed è in grado di farlo solo se coltiva la propria vita spirituale. Lo abbiamo fatto stimolandoci con gli esercizi spirituali, che puntualmente ogni volta ci porta a riscoprire ed approfondire sempre più, la nostra relazione personale con Cristo.

E poi non dimentichiamoci, l’appuntamento in tempo di Avvento della Veglia di Spiritualità, che ormai già da molti anni, viene vissuta anch’essa in maniera unitaria insieme con i giovani.

Eventi che hanno mostrato la sempre più dichiarata esigenza di molti di accostarsi in modo intimo al Signore e che ci hanno fatto comprendere che l’argomento doveva essere necessariamente approfondito. Quindi, prima della fine del triennio abbiamo pensato, insieme all’equipe diocesana, di eliminare le proposte di incontri mensili formativi rivolti ai soli animatori di gruppo ed anche quelli aperti a tutti gli aderenti, e proponendo un anno di incontri parrocchiali, per poterci raccontare, incontrare, conoscere, intendere, o semplicemente per poter dire quant’è importante la nostra associazione nella nostra vita.

Un incontro fatto di membri dell’equipe e membri dei gruppi adulti di tutte le parrocchie, per costruire un trampolino di lancio con nuove proposte ma che purtroppo si è svelato come totale fallimento. L’unica eccezione l’ha fatta la parrocchia del Cuore Immacolato di Teramo, oltre loro nessun gruppo ha mostrato il desiderio per valore riconosciuto, di poter consumare questa opportunità. Questo avrebbe potuto iniziare a trasformare la nostra associazione come caratterizzata da legami non associativi, perché legati da vincoli socio-politici, non comuni, perché poggiata su valori e senso di appartenenza, ma bensì comunitari, perché combinazione delle prime e fortemente generativa così come ogni uomo è chiamato ad essere per sua natura. Una possibile generatività che avrebbe ridonato il valore necessario al nostro imminente futuro, la forza di superare gli ostacoli, la gioia di vivere la nostra Azione Cattolica, la gioia di Vivere Cristo quotidianamente.

Alcune considerazioni per il futuro triennio…

Crediamo che sia necessario, aiutare i singoli aderenti e gruppi parrocchiali, a saper scegliere, riconoscere e dare il giusto valore ai vari appuntamenti che ci attendono durante tutto l’anno associativo, sia a livello diocesano, che parrocchiale! Partecipare sempre e comunque ed a qualsiasi costo a tutti gli eventi, a noi non interessa e non lo chiediamo! Ma è importante, che ogni singolo aderente e gruppo parrocchiale, con i propri tempi, e con le proprie esigenze, imparino e maturino, passo dopo passo, a saper dare ed a riconoscere la giusta importanza e valenza ad ognuna di esse, in modo tale poi da poter maturare una maggiore coscienza e consapevolezza, nelle scelte e nella partecipazione. Certo arrivare a ciò non è semplice e necessita tempo, ma è un percorso obbligato se vogliamo rilanciare la nostra associazione, e non ne facciamo una questione di numeri, ma di qualità!

Crediamo che sia necessario ricucire il tessuto diocesano, il rapporto diocesi/parrocchie per capirci! A volte quando ci ritroviamo a proporre un appuntamento, si ha quasi la percezione che si vada a proporre un qualcosa che non ci riguarda o non interessa, o da sovrapporre ai già molteplici impegni!

Le difficoltà, e le varie problematiche nelle diverse realtà parrocchiali, così come nelle singole dinamiche famigliari di ogni giorno ci sono, e non lo neghiamo. Ma è vero anche, che alcune parrocchie ci appaiono chiuse in se stesse e nelle loro realtà locale.

Nasce quindi la necessità che da esse bisogna ripartire, stando loro vicino, facendo sentire la nostra presenza. Ciò costa tempo, tatto ed alle volte sacrificio dello spazio per qualcos’altro in virtù di esse!

Non possiamo concludere senza ringraziare tutti coloro che insieme a noi in questi tre anni hanno condiviso, la gioia, la bellezza e la fatica di un servizio che mai ci stancheremo di caratterizzare come nobile!

Ringraziamenti e conclusioni

Ringraziamo tutti i membri d’equipe, inclusi i consiglieri che hanno lavorato con noi, fianco a fianco, nel pensare, programmare e preparare tutte le singole attività svolte, in una corresponsabilità condivisa. Tra i tanti, non possiamo dimenticarci del laboratorio della formazione, che da soli, hanno portato avanti e svolto un lavoro egregio, un compito con una responsabilità non indifferente!

Ringraziamo tutti gli amici presenti nel nostro cammino che, strumenti di Cristo, ci hanno dato coraggio ed energia per poter andare avanti, soprattutto nei momenti di sconforto. Loro hanno reso possibile il vero fine dell’essere responsabile, quello della propria e altrui santità.

Ringraziamo ed abbracciamo tutti gli altri membri di presidenza, e ci scusiamo se, alle volte, non siamo sempre stati all’altezza, e rivolgiamo i nostri migliori auguri e ci complimentiamo con i responsabili del settore giovani, che nonostante le difficoltà iniziali, non si sono dati per vinti, e si sono tuffati in un’avventura senza precedenti.

Ringraziamo i nostri assistenti ed in particolare don Delfino, che mai si è tirato indietro per il bene ed il valore della nostra associazione. Famoso è ormai il suo non comune atteggiamento “non ci sono solo se ti dico che non ci sono, perché io ci sono sempre”. E ringraziamo Giusy, che con il suo essere presidente diocesano, amica, mamma e nonna, ha sempre donato spontaneamente se stessa senza limiti, fin dove era sempre possibile e forse anche oltre.

Concludiamo con questo nostro pensiero…

Sogniamo un’AC libera dai giudizi e dai pregiudizi, un AC fatta di persone libere, libere anche di sbagliare, un’AC con un cuore semplice, umile e capace di accogliere e amare il prossimo così com’è. Senza tanti perché! Sogniamo un AC capace di dire “Signore Eccomi”, sia fatto secondo la tua parola.

Roseto degli Abruzzi, 16 febbraio 2020

“Vi precede in Galilea (Mc 16, 1-8)”

Premessa

Ora andate, dite ai suoi discepoli ed a Pietro che egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto» (Mc 16,7) è il messaggio che le donne del mattino di Pasqua devono portare ai discepoli, ancora dispersi e impauriti ed è l’icona biblica che ci ha accompagnato nel triennio passato. L’appuntamento con il Risorto non è a Gerusalemme, ma è là dove tutto era iniziato! Tornare là, tornare al luogo della prima chiamata. Sulla riva di quel lago dove, affascinati dal suo invito, avevano lasciato case, lavoro, amici e lo avevano seguito (cfr Mt 4,18-22). Ritornare in Galilea significava riavvolgere il filo dei tre anni vissuti e rileggere tutto, senza paura, a partire dalla Croce e dalla Risurrezione: tutto avrebbe acquistato ed acquista un significato diverso; i nostri occhi si aprono alla fiducia in un Messia terreno che si trasforma nella fede in un Messia risorto. Come per gli apostoli, anche per ognuno di noi c’è una “Galilea” all’origine del cammino con Gesù. Andare in Galilea non significa certo, “andare fisicamente” in questa regione; significa, invece, riscoprire il Battesimo come sorgente viva, attingere energia nuova alla radice della fede e della esperienza cristiana, significa “vivere il suo messaggio”.

In questo quadro, il cammino del triennio è stato guidato dai tre verbi, custodire, generare, abitare. Sono verbi che richiamano la logica dell’Incarnazione e segnano le tappe di un itinerario in uscita costante verso il cuore dell’uomo, un itinerario di autentica popolarità in grado di accompagnare l’associazione a raccogliere quella “sfida alla maternità ecclesiale” a cui è chiamata, “per ricevere tutti e accompagnarli nel cammino della vita con le croci che portano sulle spalle” (Papa Francesco, 27 aprile 2017).

In particolare ogni anno è stato accompagnato da un brano evangelico, da una guida nell’anno liturgico:

  • il primo anno: “Tutto quanto aveva per vivere” (Cf. Mc 12, 38-44). Questa donna, è un puro esempio di una fede capace di un abbandono totale nelle mani di Dio.
  • il secondo: “Di una cosa solo c’è bisogno” (Cf. Lc 10, 38-42).

Qui è Maria che ci indica la via… aver cura della nostra vita interiore; mentre Marta ci ricorda che la grazia di una spiritualità vissuta si traduce nella capacità di accogliere e nella disponibilità al servizio.

  • ultimo ed anno corrente: “Lo avete fatto a me” (Cf. Mt 25, 31-46).

È la misericordia che apre gli occhi ed il cuore verso il prossimo e le esigenze del territorio. Abitare vuol dire “prendere residenza” là dove il Signore si rende presente attraverso i bisogni. È la sfida di un’AC – e di tutta la Chiesa – “in uscita”.

Da qui ne consegue che: crediamo fermamente che la parrocchia possa e debba essere ancora il primo luogo di partenza per una sana evangelizzazione, dove poter dar spazio alle persone, al dialogo, e ad una maggiore cooperazione tra i laici e le varie associazioni, istituzioni, servizi presenti sul territorio, e con i nostri parroci in primis! Per essere al servizio di tutta la comunità locale, e lavorare tutti insieme, per il bene comune. Prendersi cura della parrocchia, per noi di AC ed a partire dalla dimensione diocesana, significa anche accompagnare e sostenere sempre con forza il servizio dei nostri presidenti parrocchiali e dei nostri parroci.

Ma per far ciò, è necessario fare del buono e sano discernimento, essere laici capaci di scegliere, e prima ancora, di conoscere e saper leggere il territorio con gli occhi di Cristo, e individuare soluzioni concrete ed efficaci. Ma per rendere credibile con la vita l’amoreincredibile del Vangelo, è necessario curare la propria vita spirituale attraverso una relazione stabile, continua e autentica con il Signore.

Vita diocesana

Uno degli appuntamenti più sentiti e partecipati durante l’anno associativo sicuramente sono i mini-campi scuola che, nonostante tutto, hanno sempre accompagnato la fine di ogni anno e l’inizio di uno nuovo con forza. Visti i costanti risultati e le dimostrazioni ottenute, possiamo asserire che questi fondamentali eventi diocesani sono luoghi ove poter vivere la nostra Galilea, luoghi nei quali è possibile ritrovare la figura di Cristo nel fratello, luoghi di fraternità dove poter ritrovare la dimensione di appartenenza sia personale che associativa.

Tutti i mini-campi adulti si sono svolti presso l’hotel Europa di Prati di Tivo dove le nostre attività si sono sempre svolte senza troppi inghippi, rispondendo a quasi tutte le nostre esigenze, tranne quella dell’accoglienza di una persona su carrozzina o con gravi difficoltà motorie. Questo non è accaduto e, fortunatamente, non abbiamo mai dovuto ripiegare all’uso, non a norma, dell’ascensore della cucina.

Il primo anno 2017 abbiamo intitolato l’evento con lo slogan “UNA FAMIGLIA SOTTO SOPRA”, il secondo anno 2018 “ADULTO KIT – Istruzioni per l’uso”, ed il terzo anno 2019 “AL PASSO CON TE”. In tutti gli anni abbiamo riscontrando una buona partecipazione ed omogeneità nelle fasce di età, segno di un settore ancora vivo e capace di rigenerarsi e di coinvolgere i nuovi giovani adulti.

Ricordiamo, inoltre, che negli ultimi trienni si sono tentate e provate più strade per cercare di fare formazione diocesana ed allo stesso tempo per avvicinarci e farci conoscere e conoscere le singole realtà parrocchiali, come nei martedì della formazione, svolti con cadenza mensile, nei quali si approfondiva un confronto specifico e continuativo di un determinato tema, documento, o brano legato in qualche modo al cammino annuale che poteva essere anche quella trattata o avviata durante il mini campo estivo. Purtroppo, pur essendosi consolidato come appuntamento nel tempo, a parteciparvi erano sempre in una stretta minoranza e puntualmente sempre gli stessi, che spesso coincidevano anche con i membri dell’equipe diocesana che a sua volta proponeva e curava tali appuntamenti.

In questo ultimo anno, si è anche tentato di provare ad incontrare le parrocchie e nello specifico, proprio i gruppi adulti, all’interno del loro appuntamento settimanale parrocchiale, ma anche qui si è fatta molta fatica addirittura a far decollare questo progetto. Speriamo venga ripreso con più successo.

Oltre agli appuntamenti citati, che riguardano in maniera più intima la vita dell’adulto, ci sono, e ci sono stati tanti altri appuntamenti che riguardano e coinvolgono e investono tutta la grande famiglia dell’AC, come la consueta festa dell’incontro ACR. Essa si è ovviamente focalizzata sui bambini, ma coinvolge e riguarda tutti Infatti, anche qualora non ci fosse stato o pensato uno spazio proprio dell’adulto, e ciò non è avvenuto, siamo stati tutti chiamati a parteciparvi! É come se fosse il compleanno di un figlio/a o di un nipote, e tu sei mancato all’appuntamento!! Perdonateci, fatta eccezione per coloro che hanno avuto reali esigenze, coloro che hanno accantonato l’appuntamento, in termini di appartenenza associativa e di fraternità, non hanno scusanti. Se è vero, come si ripete spesso, che l’AC è una grande famiglia, e se veramente ci teniamo a questa associazione e vogliamo prendercene cura, i ragazzi e gli educatori vanno incoraggiati, seguiti, accompagnati, anche con la semplice presenza. Nulla di strano! Noi adulti abbiamo il compito di non dimenticarci che questi ragazzi di oggi saranno gli adulti di domani, i testimoni di Cristo e della Chiesa! É ora che iniziamo a prendere seriamente in considerazione questa cosa.

C’è di fatto, e va detto, che abbiamo registrato ultimamente e fortunatamente, almeno negli appuntamenti diocesani, una inversione di tendenza, una graduale, bella e sentita partecipazione. Tuttavia, non possiamo permetterci di abbassare la guardia. C’è ancora tanto da fare nel continuare a sensibilizzare le famiglie e i singoli aderenti, specialmente all’interno delle singole parrocchie!

Posando ora il nostro sguardo sulla dimensione spirituale, se è vero che, come diceva Bachelet,  “è necessario formare i giovani alla responsabilità, alla saggezza, al coraggio e, naturalmente alla giustizia ed in particolare dovrà coltivarsi nei giovani la virtù della prudenza.”, allora è anche vero che l’adulto ha il dovere di testimoniare la responsabilità, la saggezza, il coraggio e la virtù della prudenza, ed è in grado di farlo solo se coltiva la propria vita spirituale. Lo abbiamo fatto stimolandoci con gli esercizi spirituali, che puntualmente ogni volta ci porta a riscoprire ed approfondire sempre più, la nostra relazione personale con Cristo.

E poi non dimentichiamoci, l’appuntamento in tempo di Avvento della Veglia di Spiritualità, che ormai già da molti anni, viene vissuta anch’essa in maniera unitaria insieme con i giovani.

Eventi che hanno mostrato la sempre più dichiarata esigenza di molti di accostarsi in modo intimo al Signore e che ci hanno fatto comprendere che l’argomento doveva essere necessariamente approfondito. Quindi, prima della fine del triennio abbiamo pensato, insieme all’equipe diocesana, di eliminare le proposte di incontri mensili formativi rivolti ai soli animatori di gruppo ed anche quelli aperti a tutti gli aderenti, e proponendo un anno di incontri parrocchiali, per poterci raccontare, incontrare, conoscere, intendere, o semplicemente per poter dire quant’è importante la nostra associazione nella nostra vita.

Un incontro fatto di membri dell’equipe e membri dei gruppi adulti di tutte le parrocchie, per costruire un trampolino di lancio con nuove proposte ma che purtroppo si è svelato come totale fallimento. L’unica eccezione l’ha fatta la parrocchia del Cuore Immacolato di Teramo, oltre loro nessun gruppo ha mostrato il desiderio per valore riconosciuto, di poter consumare questa opportunità. Questo avrebbe potuto iniziare a trasformare la nostra associazione come caratterizzata da legami non associativi, perché legati da vincoli socio-politici, non comuni, perché poggiata su valori e senso di appartenenza, ma bensì comunitari, perché combinazione delle prime e fortemente generativa così come ogni uomo è chiamato ad essere per sua natura. Una possibile generatività che avrebbe ridonato il valore necessario al nostro imminente futuro, la forza di superare gli ostacoli, la gioia di vivere la nostra Azione Cattolica, la gioia di Vivere Cristo quotidianamente.

Alcune considerazioni per il futuro triennio…

Crediamo che sia necessario, aiutare i singoli aderenti e gruppi parrocchiali, a saper scegliere, riconoscere e dare il giusto valore ai vari appuntamenti che ci attendono durante tutto l’anno associativo, sia a livello diocesano, che parrocchiale! Partecipare sempre e comunque ed a qualsiasi costo a tutti gli eventi, a noi non interessa e non lo chiediamo! Ma è importante, che ogni singolo aderente e gruppo parrocchiale, con i propri tempi, e con le proprie esigenze, imparino e maturino, passo dopo passo, a saper dare ed a riconoscere la giusta importanza e valenza ad ognuna di esse, in modo tale poi da poter maturare una maggiore coscienza e consapevolezza, nelle scelte e nella partecipazione. Certo arrivare a ciò non è semplice e necessita tempo, ma è un percorso obbligato se vogliamo rilanciare la nostra associazione, e non ne facciamo una questione di numeri, ma di qualità!

Crediamo che sia necessario ricucire il tessuto diocesano, il rapporto diocesi/parrocchie per capirci! A volte quando ci ritroviamo a proporre un appuntamento, si ha quasi la percezione che si vada a proporre un qualcosa che non ci riguarda o non interessa, o da sovrapporre ai già molteplici impegni!

Le difficoltà, e le varie problematiche nelle diverse realtà parrocchiali, così come nelle singole dinamiche famigliari di ogni giorno ci sono, e non lo neghiamo. Ma è vero anche, che alcune parrocchie ci appaiono chiuse in se stesse e nelle loro realtà locale.

Nasce quindi la necessità che da esse bisogna ripartire, stando loro vicino, facendo sentire la nostra presenza. Ciò costa tempo, tatto ed alle volte sacrificio dello spazio per qualcos’altro in virtù di esse!

Non possiamo concludere senza ringraziare tutti coloro che insieme a noi in questi tre anni hanno condiviso, la gioia, la bellezza e la fatica di un servizio che mai ci stancheremo di caratterizzare come nobile!

Ringraziamenti e conclusioni

Ringraziamo tutti i membri d’equipe, inclusi i consiglieri che hanno lavorato con noi, fianco a fianco, nel pensare, programmare e preparare tutte le singole attività svolte, in una corresponsabilità condivisa. Tra i tanti, non possiamo dimenticarci del laboratorio della formazione, che da soli, hanno portato avanti e svolto un lavoro egregio, un compito con una responsabilità non indifferente!

Ringraziamo tutti gli amici presenti nel nostro cammino che, strumenti di Cristo, ci hanno dato coraggio ed energia per poter andare avanti, soprattutto nei momenti di sconforto. Loro hanno reso possibile il vero fine dell’essere responsabile, quello della propria e altrui santità.

Ringraziamo ed abbracciamo tutti gli altri membri di presidenza, e ci scusiamo se, alle volte, non siamo sempre stati all’altezza, e rivolgiamo i nostri migliori auguri e ci complimentiamo con i responsabili del settore giovani, che nonostante le difficoltà iniziali, non si sono dati per vinti, e si sono tuffati in un’avventura senza precedenti.

Ringraziamo i nostri assistenti ed in particolare don Delfino, che mai si è tirato indietro per il bene ed il valore della nostra associazione. Famoso è ormai il suo non comune atteggiamento “non ci sono solo se ti dico che non ci sono, perché io ci sono sempre”. E ringraziamo Giusy, che con il suo essere presidente diocesano, amica, mamma e nonna, ha sempre donato spontaneamente se stessa senza limiti, fin dove era sempre possibile e forse anche oltre.

Concludiamo con questo nostro pensiero…

Sogniamo un’AC libera dai giudizi e dai pregiudizi, un AC fatta di persone libere, libere anche di sbagliare, un’AC con un cuore semplice, umile e capace di accogliere e amare il prossimo così com’è. Senza tanti perché! Sogniamo un AC capace di dire “Signore Eccomi”, sia fatto secondo la tua parola.

Roseto degli Abruzzi, 16 febbraio 2020

             Milco, Luca e don Carlo

             Milco, Luca e don Carlo

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