La nostra associazione deve avere sempre più consapevolezza che l’efficacia della proposta formativa dell’AC si fonda sulla capacità degli educatori e dei responsabili dei gruppi di comprenderla, di assumerla e animarla con creatività e passione. Siamo partiti contribuendo a presentare gli Orientamenti del triennio “Vi precede in galilea” ed è stato fondamentale custodire (I verbo del triennio), ora più che mai, la formazione associativa e l’accompagnamento di nuovi educatori e/o responsabili proprio come ha fatto sempre il Signore con noi: ci ha preceduto e ci ha accompagnati. E’ questo il modo con cui l’AC continua a esprimere la propria tradizione e l’abbiamo fatto proprio con un primo incontro formativo e conoscitivo dei Presidenti Parrocchiali dal titolo “Formare il futuro…AC presente!” dove si è ribadito la scelta delle comunità parrocchiali di AC di mettersi al servizio del compito educativo e formativo di coscienze.
Oltre questo la Presidenza, ha chiesto per questo triennio, al sottoscritto, a Giulia e Maria di curare tale formazione attraverso la formula di giornate o pomeriggi intensi, che speriamo siano stati utili e costruttivi, affrontando tematiche fondamentali, al fine di generare (II verbo del triennio) un nuovo o rinnovato servizio educativo sempre più attento e qualificato, sviluppato per educatori, responsabili e consiglieri. Ecco perché occorre ricordare i Laboratori svolti a Teramo, in Episcopio, ospiti di S.E. Mons. L.Leuzzi appena arrivato e desideroso di conoscere l’AC Diocesana, pomeriggio intenso in cui sono stati sviluppati 5 laboratori attraverso il Progetto Formativo “Perchè sia formato Cristo in voi”: In comunione con il Vescovo – In Parrocchia, Chiesa del quotidiano – Il valore della scelta associativa – L’associazione, cioè insieme – Il primato della persona; laboratori in cui ciascun Presidente e Consigliere Parr. è stato chiamato a confrontarsi e condividere il cammino di fede e formativo propri e della comunità di Azione Cattolica Parrocchiale di appartenenza.
Ma l’LdF non è stato solo ri-qualificare il nostro servizio; in questo ultimo anno associativo attraverso il verbo abitare (III verbo del triennio) si è cercato di lasciarsi interrogare sulla propria identità di appartenenza all’Azione Cattolica, di provocare e ri-motivare su tematiche propriamente associative che sono alla base per la formazione di chi inizia ma, altresì importanti anche per chi è dentro l’AC da più anni. Come richiesto dalla Presidenza, non abbiamo lavorato solo a livello unitario ma anche per settori: come non dimenticare le famose matriosche che ci hanno aiutato a guardare la propria interiorità; fino ad arrivare agli ultimi incontri: “Cercatori di senso” con il Prof. Savagnone, la presentazione dei percorsi di questo anno associativo e la Spiritualità d’Avvento nella Chiesa di Nepezzano.
Nella certezza che sapremo far tesoro di queste preziose occasioni, per crescere continuamente insieme come una vera associazione di laici, occorre avere una cura amorevole che allontani il peso della solitudine dell’educatore e del responsabile di turno, perché possa capire il privilegio e la bellezza di cui si è macchiato e non il peso e lo sconforto da cui non vede l’ora di uscire. La cura amorevole per la nostra formazione e crescita in AC offre strumenti di sostegno per ciascuno per affrontare il mondo e guardarlo con gli occhi della fede, così da essere sempre più consapevoli delle responsabilità – ovvero tradotto dell’amore – che abbiamo verso le persone che ci vengono affidate anno per anno, incontro per incontro.
Giulia, Maria e Leonardo