A DON DAVIDE


L’AC è un’associazione ecclesiale  laicale , infatti , i ruoli di responsabilità vengono ricoperti da laici . Ma se provate a girare nella Diocesi di Teramo-Atri e parlate di Azione Cattolica , il primo nome che affiora alla memoria è uno solo : Don Davide Pagnottella .

Sarà perché in questi ultimi trenta anni è stato l’Assistente generale diocesano di Ac ; sarà perché molti laici si sono avvicendati alla guida dell’Ac diocesana , ma , forse , più semplicemente , sarà perché la gente riconosce in lui la vera anima dell’Ac . E ‘ impossibile avvicinarsi a lui senza associarvi immediatamente l’AC , tanto che in parrocchia , quando lo vedevano partire per qualche incontro associativo , bonariamente lo apostrofavano “ tu vuoi più bene all’AC che alla parrocchia “; in verità penso che se la nostra parrocchia è così cresciuta in questi anni , lo si debba anche all’amore viscerale per l’Ac del suo parroco .

Un amore che ha insegnato a lui e a quanti hanno condiviso il cammino in Ac ad amare la Chiesa al di sopra di ogni realtà umana ed ecclesiale , compresa l’Azione Cattolica . Mi piace concludere  esprimendo un immenso grazie al Signore per aver posto sulla mia strada questo sacerdote , innamorato di Dio, della Chiesa e dell’AC . Un sacerdote capace di starmi vicino con discrezione durante il mio mandato presidenziale , lasciandomi libero di proporre novità per la vita associativa , ma  sempre pronto ad offrire il suo consiglio paterno in caso di bisogno , a confortare nei momenti più critici , a sostenere e spronare qualora avvertiva la tentazione di demoralizzarsi o “dormire” sugli allori .

Marco Palareti


Più volte ho provato a pensare ad una AC senza Don Davide e mi è sembrata una cosa strana, quasi irreale. Da più di trenta anni, infatti, (praticamente “da sempre”, se pensiamo all’AC post-conciliare) generazioni di soci dell’AC di Teramo Atri hanno una presenza costante, un compagno di strada inseparabile, la cui semplice definizione di Assistente è riduttiva.

Se i tanti soci che in questi anni hanno militato nelle fila dell’Azione Cattolica hanno goduto di questa presenza, i vari membri delle Presidenze diocesane che si sono succedute possono dire di aver avuto molto di più. E’ nella vita della Presidenza diocesana, infatti, che questa presenza si è trasformata in qualcosa di ancora più profondo. Ciascuno di noi penso possa testimoniare, ed io in particolare, di aver trovato in Don Davide un amico, un fratello, un padre, sia dal punto di vista associativo che umano.

Come non ricordare il suo amore per l’AC e per la Chiesa che continuamente e pazientemente ci ha trasmesso, lasciandoci maturare con gradualità, con la sua cura amorevole, con la sua presenza discreta, mai invadente anzi, sempre rispettosa dei tempi di ciascuno.

Infaticabile, generoso, competente, non si è mai risparmiato per sostenere l’associazione in ogni momento. L’organizzazione dei convegni, dei ritiri, dei campiscuola ha sempre avuto la parrocchia del Cuore Immacolato e la sua canonica come “campo base”: quante sere passate insieme al computer fino a tarda notte, quante cene saltate, quanti pasti luculliani offerti con immensa pazienza da Zia Antonina (anche lei necessariamente e generosamente coinvolta nelle nostre attività).

Anche spiritualmente è stato ed è il punto di riferimento di moltissimi soci e responsabili dell’AC. Conoscendolo, ho avuto modo di respirare la sua spiritualità forse poco ascetica, ma molto concreta.

In particolare ricordo il suo aggirarsi nei locali della parrocchia col breviario in mano, i rosari recitati insieme nei viaggi, l’amore e l’attaccamento all’Adorazione Eucaristica dell’Annunziata. Credo che di Gesù incarni fedelmente l’atteggiamento della prossimità: nei momenti gioiosi o tristi di ciascuno di noi, nonostante i suoi mille impegni, c’è sempre stato un gesto di attenzione, una telefonata, un momento di presenza.

Mi rendo conto che in Associazione molto dobbiamo alla sua testimonianza: l’amore per la Chiesa Diocesana e per L’Araldo Abruzzese (a inizio triennio regalava sempre ai nuovi membri della Presidenza un abbonamento al nostro settimanale diocesano, per farcelo conoscere), l’attenzione alla gestione corretta delle risorse dell’Associazione, il rispetto per la gerarchia ecclesiale, l’attenzione alle persone bisognose a noi vicine.

A livello personale, anche oggi che non siamo più a stretto contatto come un tempo, è rimasto un forte legame di amicizia e di vicinanza: avverto sempre il desiderio di condividere con lui ogni evento lieto o triste della mia vita e so di poter sempre contare su di lui.

Posso concludere dicendo che Don Davide è una grande dono per me e per l’Azione Cattolica Diocesana, per il quale elevo a Dio il mio profondo e continuo ringraziamento. Sono certo che continuerà ad essere vicino all’associazione, e che questa continuerà a camminare facendo tesoro dei suoi preziosi insegnamenti.

Francesco Di Giacomo


Riguardo alla persona dell’assistente AC, pensiamo che di meglio la Provvidenza non poteva dare: abbiamo un sacerdote umanamente equilibrato, impegnato nel suo lavoro, convinto sostenitore della laicità, che di questi tempi e nelle nostre zone non è frequente.

Per ricostruire quanto ci siamo donati in questi anni dovremmo partire da quando padre Abele cercava un sacerdote per l’ACI e segnalò sulla cartina il paese di S. Pietro, dicendoci: Pagnottella Davide è un sacerdote adatto, è laureato e giovane, quello che fa per noi. Lo incontrammo subito dopo vicino all’istituto magistrale. Cominciò subito bene, ma don Davide è una persona che si apprezza ancor più negli anni, come il vino buono.

Abbiamo lavorato per l’ACI senza peso. Era una gioia crescere insieme e veder crescere i ragazzini poi giovani e sentirli in qualche modo facenti parte di un famiglia allargata. Abbiamo cercato di dare il tono di famiglia all’ACI che allora era ancora piuttosto concentrata sulle tessere. Don Davide aveva l’umiltà di chiedere, accettare consigli, assecondare la linea del presidente per non essere invadente e rispettare la dignità laicale. Amava incontrare i suoi confratelli e girare la diocesi, seguendoli uno per uno e così anche noi ci facemmo una certa esperienza delle varie situazioni.

Sapeva mantenere la bussola dell’anima diretta al Nord, ma nello stesso tempo noi sapevamo bene che era contento di ritrovarsi attorno ad un tavolo e parlare da vecchi amici e quando potevamo, concludevamo le riunioni con una conviviale.

Sofferenze non sono mancate, ma se si sa guardare all’essenziale, come don Davide sa fare, senza impantanarsi nelle carriere, nei riconoscimenti, nelle beghe clericali, tutte contribuiscono ad un buon fine. Anche oggi quando ognuno ha seguito la sua strada, incontrarsi è un piacere, rivedere gli amici dell’ACI significa creare subito un clima familiare, in cui ciascuno sa condividere le gioie degli altri. Siamo tutti cresciuti grazie a Dio che ci ha condotti per mano e grazie anche a don Davide, che ha saputo non poche volte, come dice Silone della sua nonna “ingoiare amaro e sputare dolce”.

Buon cammino.

Giulia Paola e Attilio

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